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La ferita karmica dei non amati

La ferita karmica dei non amati

Chi ti ha ferita non è più qui, non ti sta più ferendo nel qui e ora, ma lo stai facendo tu a te stessa rievocando quel ricordo all’infinito.
La tua mente è rimasta come “incollata” nel passato perché la mente tende a essere simile alla colla. Questa è la sua natura.
Deve essere riportata nel qui ed ora, resa libera e flessibile, uno strumento di comprensione e non uno strumento di tortura.
Cerca di capire che stai punendo te stessa nel presente per qualcosa che ti è successo nel passato.

Quello che ti è successo è dentro di te e ti è rimasto appiccicato addosso, e per fortuna TU NON SEI CIÒ CHE TI È SUCCESSO, tu sei colei che ha vissuto un’esperienza negativa, ma TU NON SEI QUELLA ESPERIENZA anche se ti è rimasta appiccicata addosso, per questo che puoi scegliere di lasciarla andare quando vuoi.

Un lenzuolo può sporcarsi, non è vero?

Ma lo sporco può essere rimosso mettendolo in lavatrice, e questa è la prova che quello che è successo al lenzuolo – lo sporco – non è diventato parte integrante del lenzuolo stesso dato che può essere rimosso.

È la coscienza… la presa di coscienza dal cuore che ti renderà libera dal passato.
Certo, ricorderai, ma non soffrirai più una volta che avrai liberato il cuore.
Sarai libera dal dolore.
Radicati nel momento presente. Riporta te stessa continuamente nel qui e ora.
È qui e ora che sta accadendo la tua vita reale, non nel passato.
Dai energia al tuo qui e ora e comincia a ricostruire la tua felicità.
Non farti rubare la vita dalla memoria e dall’immaginazione negativa.
Il passato non esiste più, qui e ora conta solo ciò che vuoi da te stessa e dalla tua vita.
Vivi la tua vita…
Non fartela sottrarre dal passato.

 

Per spiegare la ferita dei non amati, voglio cominciare dal punto di vista dei bambini, in particolare, il rapporto bambini-genitori.

Cos’è la ferita dei non amati?
Normalmente con non amati, intendiamo bambini che non sono stati voluti, accettati dai genitori, che non hanno ricevuto l’amore o la protezione dei genitori e che poi sono cresciuti con un deficit affettivo (di solito si parla di genitori anaffettivi ecc.).
Questo ovviamente crea un problema nello sviluppo cognitivo e affettivo del bambino, che poi soffrirà e avrà problemi nelle sue relazioni. Però, in questa occasione, volevo anche vedere le cose da nuovi punti di vista, quindi dal punto di vista karmico. Dunque non psicologico, ma molto più profondo.
Dal perché le cose vanno così.

Il non riconoscimento che ferisce: i bambini hanno così bisogno d’amore?

Primo punto: poniamo l’attenzione su un fatto interessante, ovvero che spesso si parla del fatto che i bambini hanno bisogno d’amore per crescere, svilupparsi. Questo può essere vero fino a un certo punto, un po’ lo abbiamo spiegato, perché i bambini hanno bisogno che delle loro parti vengano riconosciute affinché possano germogliare, svilupparsi, crescere e maturare.
Su questo siamo pienamente d’accordo.

Però c’è un piccolo dettaglio che spesso sfugge: i bambini non hanno ancora una personalità, quindi quando nascono sono corpo, coscienza e amore.
I bambini nascono già connessi al flusso d’amore.
Questo proprio da subito, dalla nascita. È un dato di fatto. Quindi, in realtà, i bambini non hanno poi tutto questo grande bisogno di amore di cui si parla spesso. Sono già in una condizione d’amore.

È insolito come punto di vista, proprio perché tiene conto della condizione spirituale, karmica e coscienziale del bambino. Non è un punto di vista fisiologico, né psicologico, ma più profondo, delle scienze esoteriche tibetane e sufi. Quindi, qual è il problema? Il problema, da un punto di vista esoterico e karmico, è che difficilmente il genitore è in grado di riconoscere l’amore del bambino.
Questo crea i danni.

Ripeto, molte volte è il genitore che non riesce a riconoscere l’amore del bambino. E questo succede ripetutamente.

Il bambino non ha tutto questo bisogno d’amore, ha più bisogno che il genitore riconosca il suo amore verso il genitore stesso.
Il bambino ha bisogno che il genitore riconosca la sua essenza, coscienza, amorevolezza, ma questo accade raramente, perché il genitore è così preoccupato e gli sta così addosso che raramente quando si mette in ascolto o cerca una connessione.

È talmente eccitato, talmente ansioso e impaurito, talmente preoccupato per la sua educazione (parlo soprattutto dei primogeniti) che non si mette lì in ascolto e sente realmente la situazione, riuscendo a cogliere ciò che sta veramente succedendo.

Se poi parliamo di un adulto che ha il cuore chiuso, accade come nell’innamoramento, in cui due cuori semi-chiusi possono aprirsi un attimo e sperimentare di nuovo la connessione col cuore, provare veramente amore, provare il proprio flusso d’amore che si apre anche verso l’altro.

Con la nascita di un figlio, se il cuore dei genitori non è proprio completamente bloccato, si apre un po’.

Il bambino appena nato ha già il cuore aperto, ecco perché è così facile per tutti aprire il cuore di fronte a un bimbo. Abbiamo già riflettuto sul fatto che un cuore aperto può far aprire un altro cuore, perché entra in risonanza, anche se è mezzo aperto, può entrare in risonanza.

Un bambino piccolo prima che venga scollegato dal suo cuore e dalla sua essenza, prima che venga “male-educato”, cioè condizionato dal sistema, dalla famiglia, dai genitori è aperto e amorevole, ma dopo un po’ anche lui si chiude. A volte nemmeno il bambino che è puro amore permette ai genitori di aprirsi.

Altre sì, ma, come nell’innamoramento, nei primi mesi c’è questa totale apertura, poi piano piano, si torna nel classico tran tran, tutto torna nuovamente abitudine, tutto torna meccanico, la novità sparisce, il cuore si chiude e cominciano gli schemi familiari.
Qui ha inizio l’educazione tramite gli schemi familiari, dove i cuori si chiudono e non c’è più feeling tra bambino e genitori.
In questa fase il bambino non si sente più importante, riconosciuto come prima, e ai genitori sembra che quasi non gli interessi più.
Aspetto è ancora più evidente se dovesse nascere un secondo o terzo figlio.

Il cuore si richiude, le ferite prevalgono e tornano le vecchie dinamiche anche col figlio piccolo.

Quello che bisogna comprendere è che tutti da bambini vogliono essere amati per ciò che sono.
E questo avviene soprattutto dai quattro ai sei anni, fase in cui i bambini si mettono in mostra.

Cosa dovrebbe fare un genitore allora?

Riconoscere l’amore del bambino.
Riconoscere i suoi talenti, le sue capacità e unicità.
Riconoscere che, a una certa età, è un individuo adulto. Anche se è ancora un bambino, comincia a formarsi un io, comincia a sentire sé stesso e cerca l’indipendenza. Se queste fasi non vengono vissute correttamente, il bambino, invece di una serie di passaggi di crescita, vivrà un totale non riconoscimento.

E questo porta poi a sentirsi non accettati, non amati, o, come si suol dire: “Ti amo solo se, ti accetto solo se, ti riconosco solo se”.
Tutto questo produce la ferita dei non amati.

Ma ripeto, la cosa interessante che ho osservato è che: i bambini piccoli non hanno tanto bisogno d’amore. Hanno più bisogno che il loro amore venga riconosciuto. Ecco, usciamo da questa visione medievale che i bambini siano delle scatole vuote e che bisogna riempirgli la testa di idee, comportamenti, morale, altrimenti non possono vivere. Assolutamente no. Loro sono già amore.

Il problema molto spesso è che i bambini non sentono che il loro amore viene riconosciuto, non sentono che le loro caratteristiche vengono riconosciute ed è per questo che non si sentono né amati né accettati. Ecco una profonda ferita.

Se noi non li si tormenta con le nostre dinamiche psicologiche, possono stare benissimo, cioè hanno solo bisogno di mangiare, bere, dormire, un letto, protezione e basta… Non hanno chissà quale bisogno. È importante non confondere le cose.
Quando noi genitori pensiamo che il bambino abbia bisogno di mille cose, spesso siamo noi a proiettare su di loro i nostri bisogni infantili irrisolti, le nostre paure, le nostre ansie. Le stiamo proiettando tutte sul bambino e gli stiamo caricando la mente di un sacco di messaggi negativi, sbagliati, di paura, ansia, pericolo… Allora, siccome mi piacciono le prove e cercare le prove, deve esserci sempre qualcosa di razionale in tutti questi discorsi…
Proviamo con questo esercizio di osservazione.

Avete mai osservato un bambino di due, tre, massimo quattro anni quando cade?
Dà una bella capocciata e teoricamente si fa male.
Cosa succede se ci sono i genitori lì?
Il bambino piange quando cade? No.
E cosa fa?
Guarda i genitori.
Il bambino non piange, guarda i genitori. Se i genitori prendono paura, entrano in ansia, in panico, allora il bambino piange.
Se i genitori sorridono, magari gli massaggiano la testa un minuto, lui torna a giocare, ma non piange (a meno che veramente non si sia fatto un taglio e prende paura).

Ecco, osserviamo che noi trasmettiamo continuamente paure ai nostri figli.
E se vi ricordate, più una persona ha paura, più le si chiude il cuore.
E più un bambino chiude il cuore, meno sente l’amore dei genitori, ma ancora meno i genitori sentono il cuore del bambino, perché i cuori sono chiusi. Chi vive in paura, panico, ansia o anche rabbia ha già il cuore chiuso. E questo può influire nella chiusura del cuore del bambino.

Perché tutto questo discorso? Innanzitutto per mettere l’accento su tutta una serie di dinamiche. Non c’è solo una dinamica, ma esistono dinamiche, dentro dinamiche, dentro dinamiche.

 

Guarire la Ferita Karmica dei Non Amati: Un Viaggio Verso la Consapevolezza e l’Accettazione

Nel cammino della crescita personale, affrontiamo spesso le ferite più profonde che si insinuano nell’anima e influenzano la nostra percezione di noi stessi e degli altri. Uno di questi aspetti cruciali è la ferita karmica dei non amati.

“Chi ti ha ferito non è più qui, non ti sta più ferendo nel qui e ora, ma lo stai facendo tu a te stessa rievocando quel ricordo all’infinito. La tua mente è rimasta come ‘incollata’ nel passato perché la mente tende a essere simile alla colla. Questa è la sua natura. Deve essere riportata nel qui ed ora, resa libera e flessibile, uno strumento di comprensione e non uno strumento di tortura.”

Queste parole risuonano come un invito a liberarci dai legami che ci tengono ancorati al passato, a una ferita che non è più presente nel presente. La colla della mente può essere sciolta, permettendoci di utilizzarla come strumento per comprendere e guarire anziché per auto-flagellarci.

La ferita dei non amati inizia spesso nell’infanzia, nel rapporto tra bambini e genitori. Si tratta di una mancanza di riconoscimento dell’amore del bambino, una difficoltà dei genitori nel percepire e accettare questo flusso d’amore che è innato in ogni essere umano. I bambini nascono connessi a questa fonte di amore, ma spesso i genitori, per vari motivi, possono non essere in grado di riconoscerlo.

“Un bambino piccolo prima che venga scollegato dal suo cuore e dalla sua essenza, prima che venga ‘male-educato’, cioè condizionato dal sistema, dalla famiglia, dai genitori è aperto e amorevole, ma dopo un po’ anche lui si chiude.”

La chiusura del cuore del bambino, causata dalla mancanza di riconoscimento dell’amore, può lasciare una ferita profonda che si manifesta in adulti che si sentono non amati, non accettati e spesso intrappolati in dinamiche relazionali disfunzionali.

Tuttavia, è importante riconoscere che il bambino non ha bisogno solo di essere amato, ma soprattutto di vedere il suo amore riconosciuto. Riconoscere la sua unicità, i suoi talenti e le sue capacità è cruciale per la sua crescita e sviluppo sano.

Risalire alla radice di questa ferita, comprendere il suo impatto sulla nostra vita adulta e lavorare per liberarcene è un passo fondamentale nel percorso di guarigione e crescita personale. Attraverso la consapevolezza e l’accettazione, possiamo iniziare a ricostruire la nostra percezione di noi stessi e degli altri, aprendo le porte a relazioni più profonde e appaganti. Nonostante le sfide, è possibile liberarsi dalla prigione del passato e vivere una vita autentica, piena di amore e accettazione.

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Veronica Medda

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